Tivoli Touring

La storia del Parco Villa Gregoriana

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Parco Villa Gregoriana è intitolato a Papa Gregorio XVI (1831-1846), che la inaugurò solennemente il 7 ottobre 1835.

Le caratteristiche idrogeologiche del territorio e quelle del fiume stesso, di natura impetuosa  e soggetto a violente variazioni di portata, quindi particolarmente pericoloso nei periodi di piena e difficilmente governabile, hanno fatto sì che le alluvioni siano state per Tivoli un problema serio e ricorrente.

Nel corso dei secoli molti furono i provvedimenti progettati e messi in atto per arginare  la furia del fiume e per difendere la città. Già in età romana vennero costruite almeno tre chiuse e ancora oggi si può vedere, ai piedi del Ponte Gregoriano, la traversa del 1489. Questa chiusa fu innalzata a seguito di un’alluvione per stabilizzare il livello dell’acqua, a monte del salto, e per irrobustire il ciglio della cascata, e resse, con interventi di manutenzione non sempre adeguati al bisogno, fino al 1826.

I testimoni del tempo ricordano come tra il 16 e il 17 novembre 1826, a seguito delle piogge torrenziali dei giorni precedenti, il fiume, ingrossato all’inverosimile, ruppe le rive provocando un cedimento generale, un violento abbassamento del livello del fiume e la conseguente alluvione. Le distruzioni e i danni furono ingenti.

La deviazione del fiume, adottata come soluzione finale, modificò radicalmente il paesaggio. Si trasformò non solo lo scenario naturale, con la nuova cascata che si impone come elemento fortemente caratterizzante e la scomparsa delle infinite cascatelle che sgorgavano dalle innumerevoli cavità del terreno e che ora non venivano più alimentate dal fiume; ma anche quello urbano.

Lo sviluppo industriale, che sfruttava l’energia idraulica delle acque, fece nascere i primi grandi stabilimenti produttivi proprio a ridosso dell’antico nucleo storico di Tivoli, ancora caratterizzato dal tessuto di origine medievale.

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Alla grandiosa opera di ingegneria idraulica promossa dal Papa fece seguito la sistemazione di tutta l’area circostante, con la creazione di un parco: la Villa Gregoriana.

I lavori, eseguiti tra il 1832 e il 1835, vennero progettati e diretti dall’ingegnere Clemente Folchi, che decise di deviare il corso del fiume mediante la realizzazione di un doppio traforo scavato nel monte Catillo. Le acque, così incanalate, furono rese docili e, ingrossate artificialmente, dettero vita alla nuova Cascata Grande, alta 120 metri.

Parco Villa Gregoriana TivoliTra la rigogliosa natura  emergono interessanti reperti di diversi generi ed epoche: tra questi spiccano i resti della Villa del console romano Manlio Vopisco, una sontuosa dimora celebrata anche dal poeta latino Orazio, e sull’acropoli è possibile visitare i templi di Vesta (dedicato alla Sibilla Tiburtina) e di Tiburno, risalenti al II secolo a.C.

Nel 1870 il parco passò dal Demanio Pontificio a quello dello Stato Italiano e, fino all’acquisizione di Villa d’Este nel 1915, sempre da parte del Demanio Italiano, Villa Gregoriana fu il principale richiamo per i turisti che visitavano Tivoli.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale inizia l’epoca del declino. La villa è stata chiusa al pubblico e, venuta meno la manutenzione, abbandonata in uno stato di incuria.

Nel 2002 Villa Gregoriana è stata concessa in comodato dallo Stato al FAI perché ne avviasse un importante progetto di recupero, dopo una prolungata fase di trascuratezza che col tempo aveva ridotto il Parco a una vera e propria discarica a cielo aperto.

Finalmente si pose fine allo stato di rovina e nel 2005 il Parco Villa Gregoriana fu riaperto al pubblico.

9 febbraio 2014 |

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