“Piaccia agli Dei che Tivoli possa essere il termine dei travagli da me sostenuti per terra, per mare e nella milizia, ed essere la sede degli ultimi giorni della mia esistenza… Hai tu conosciuto luogo più delizioso di questo? Ove gli inverni sono più tiepidi, ed ove il venticello più mite rattempera gli ardori della canicola, e la ferocia del sole in leone?”

Nessun poeta scrisse più liricamente di Orazio della terra amata e mai forse devozione fu più meritata! Ed infatti in positura magnifica, stesa in declivio, quasi giacente, la Tibur supinum oraziana, sta sull’Aniene gorgogliante im dolci cascatelle, a mezzogiorno del Tuscolo, circondata dal monte Albano e dai monti Cornicolani, mentre a pochi chilometri di distanza nella pianura appare Roma… “Caput Mundi”, faro splendente della civiltà latina antica e moderna. (maggiori informazioni…)