Tivoli Touring

Le cartiere tiburtine

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Il grande industriale Giuseppe Segré, che da tempo aveva acquistato una modestissima cartiera già esistente a Tivoli, nel 1889 seppe costituire la “Società Anonima delle Cartiere Tiburtine ed Affini” che è fra le venti più importanti d’Italia.

Le cartiere tiburtine si compongono di due gruppi di stabilimenti denominati uno la cartiera tiburtina propriamente detta con 300 operai, l’altra la cartiera della Sibilla con altri 100 operai. La forza motrice di questi stabilimenti è tratta dall’Aniene e prima andava a turbine. Gradualmente venne elettrificata ed ora è completata nei sistemi più moderni e consta di una forza di 2500 cavalli. Quattro enormi macchine sono continuamente in moto giorno e notte (con triplo turno di operai) e sono così moderne e complete che da una parte vi entra la materia prima sotto forma di pasta di legno o di paglia ed esce dall’altra la carta delle varie qualità già confezionata in rotoli. Vi è inoltre una fabbrica sussidiaria di pasta di legno che lavora una media di centomila quintali di legno all’anno.

E’ quasi tutto pioppo delle regioni circostanti; in parte si aggiunge il pioppo importato dalla Finlandia e dalla Russia.

La produzione annuale della carta per le varie specialità è di oltre 70.000 quintali di bianca e colorata e di 40.00 colorati di carta di paglia di color giallo che viene esportata nelle nostre colonie di Tripoli e della Cirenaica, nonché in Egitto, in Palestina, a Tunisi, ed in altre regioni dell’Oriente.

Tratto da “Tivoli – la città delle delizie romane” del 1927

25 gennaio 2014 |

Un pensiero su “Le cartiere tiburtine

  1. carlo scrive:

    Panoramica stupenda della nostra Tivoli
    grazie alla mancanza della enorme cartiera Amicucci poi Parmegiani
    Quella franata che si vede dalla via di quintiliolo
    p.s. a parte la battuta è stata una grande ricchezza per Tivoli

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